Quando diventi madre ti rendi conto che il concetto di "vacanza" che avevi prima è ormai andato a farsi benedire.

Oggi vi mostrerò come i concetti del coaching ontologico li possiamo utilizzare per sopravvivere alle vacanze con figli piccoli (e non).

Allora, che tu fossi un'amante dei viaggi zaino in spalla o una fanatica del lettino in spiaggia, magari con cocktail da sorseggiare piano, il dolce pargolo ha cambiato tutto. Se poi i dolci pargoli sono più d’uno o addirittura 4, lascio alla vostra immaginazione lo scenario che è venuto fuori.

Di fronte a questa inequivocabile realtà, abbiamo 2 strade possibili:

1) Viviamo le vacanze in apnea, facendo il conto alla rovescia fino all'ultimo giorno in cui tiriamo finalmente un sospiro di sollievo. 

Di solito in questo caso, o cerchiamo di rifare le stesse vacanze che facevo prima (Es. mi piacciono i begli hotel e ci vado a tutti i costi anche con mio figlio duenne che non fa altro che correre per i corridoi o parlare a tono di voce elevato negli orari più improbabili, sentendomi stressata tutto il tempo) oppure 

pensiamo unicamente a quello che possa (forse) piacere a mio figlio, “sacrificandoci” (Es. come posso non far fare mare a mio figlio di 8 mesi? Spariamoci allora 2 settimane in appartamento, facendogli 2 docce al giorno, pulendo la casa ogni giorno perchè la sabbia non perdona e con ritmi massacranti di sveglia-preparazione-spiaggia-ritorno a casa presto-pranzo-ninna (forse)-lavatrice-lava piatti-ecc..);

2) Cambiamo tutto per non cambiare niente, come diceva il Gattopardo.

Se scegliete la strada 1, siete in buona compagnia e troverete sicuramente amici con cui sfogarvi.

Per la strada 2, ecco il mio metodo “ontologico” per sopravvivere e magari (addirittura) viversela bene:

A) Trova l’essenza della tua vacanza ideale.

Mettiti in un luogo tranquillo e chiudi gli occhi. Ripensa alla tua vacanza più bella e scegli un momento preciso: dov'eri? Con chi eri? Cosa stavi facendo? Cosa pensavi? Cosa provavi? Come sentivi il tuo corpo?

Esprimi in una parola l’essenza di quel momento, come fosse il titolo di quel film.

Es: “amicizia” oppure “leggerezza” oppure “esplorazione”, ecc..

B) Traduci quell’essenza nell’oggi e trova il tuo “come”.

Immagina come creare la tua vacanza ideale oggi in modo che abbia lo stesso titolo, la stessa essenza. 

Chiediti: di cosa ho bisogno oggi per ritrovare quell’essenza nella mia vacanza? Che elementi deve avere la mia vacanza ideale per non perdere la sua essenza?

C) Adesso puoi ricreare la tua vacanza ideale!

A me quello che di pancia è apparso quando ho chiuso gli occhi è stato un momento di un viaggio in Argentina fatto più di 10 anni fa. C'era una temperatura estiva perfetta. Ero sola e guardavo il cielo, pensando che non avevo mai visto un cielo così grande. Mi sentivo rilassata, in pace.

L’essenza di quel momento per me era la semplicità della bellezza.

Quest'anno, con i 4 figli under 9, quell’essenza per me non si traduce più in un viaggio in Patagonia on the road, ma piuttosto in un piccolo agriturismo fra campi e boschi del viterbese, dove si gioca a calcio sotto un noce gigantesco e le stelle la notte sono infinite.

E voi? Sono curiosa di sentire l’essenza della vostra vacanza..