In Sudamerica, luogo in cui ho vissuto diverso tempo e in diversi momenti della mia vita, la Partera è la levatrice tradizionale, colei che nei villaggi affiancava la donna nel momento del parto, senza sostituirsi a lei, ma permettendole di dare alla luce il suo bambino.
La nascita era un momento sacro e un rito di passaggio che segnava per la donna un cambio di identità e di ruolo sociale.
perchè?
Perché una madre in pace con se stessa sa affiancare suo figlio nella scoperta di sé e dei suoi talenti e aiutare a costruire un mondo di rispetto, di ascolto, di collaborazione e di bellezza.
Ma come mi è venuto in mente di diventare Partera de Madres?
Di professione sono una Coach Ontologica Avanzata della prestigiosa Escuela Internacional Newfield Network di Julio Olalla, pioniero del Coaching Ontologico nel mondo e da oltre 15 anni sono facilitatrice di gruppi di crescita personale e impegno nel territorio (dagli inizi della mia carriera ho lavorato nell’ambito della Cooperazione ed Educazione allo Sviluppo).
Essere Partera de Madres è però qualcosa di più dei miei titoli ed esperienze professionali.
Essere Partera de Madres nasce dal fondersi della mia esperienza professionale con quella personale e dall’aver vissuto sulla mia pelle che si può cambiare e si può imparare ad essere madre. Non ad essere una madre qualsiasi o imposta da fuori, ma la madre che io scelgo di essere.
E questo mi ha cambiato la vita, non solo come madre, ma anche come donna e persona.
Grazie alle mie competenze professionali e al mio percorso personale, ho potuto trasformare le sfide quotidiane della maternità in opportunità di crescita e mi sono resa conto che era questo che volevo mettere al servizio di altre donne.
il Tiramisù, fatto con i savoiardi e non nella versione Pavesini
sedermi sulla riva del mare a guardare il tramonto da sola
lo Yomo al Malto
le magliette che non si stirano
rompere la crosta della crema catalana con il cucchiaino
camminare fra i boschi
la mia tazza di Bambù rosa
circondarmi di pezzi comprati nei viaggi
il profumo delle tutine dei neonati
gli abbracci forti
stirare
il cambio di stagione
le file al check-in, soprattutto con nani al seguito
le persone che fanno commenti a sproposito e non richiesti
gli infradito con i calzini
togliere le etichette dei vestiti appena comprati
le pubblicità su Youtube a metà video
l’odore di fumo sui vestiti
la pioggia sui capelli appena piastrati
l’arroganza
Sono Ilaria, ho 41 anni e attualmente madre di 4 figli.
Se me lo avessero detto 10 anni fa, non ci avrei mai creduto.
Sono nata e cresciuta a Roma, ma fin da piccola ho amato viaggiare e conoscere culture diverse. Prima con la mia famiglia di origine e poi da sola, ho conosciuto 27 Paesi in 4 Continenti (sì, mi mancano Australia e Oceania!) e ho vissuto a Bruxelles, Posadas (Arg), Padova e Lima (Perù).
Al Liceo ho capito che volevo fare un lavoro che cambiasse il mondo e durante l’Erasmus alla facoltà di Scienze Politiche di Bruxelles ho scoperto che potevo iniziare a farlo nella Cooperazione allo Sviluppo.
Sì, ma come? Che ne sai tu del mondo?
Vero! Allora prendo e parto da sola per 4 mesi come volontaria in una baraccopoli del nord dell’Argentina, pensando che bastasse qualche parola di spagnolo e tanta buona volontà.
Ci vorrebbe un libro solo per questo (magari un giorno..), ma in sintesi è stata un’esperienza spartiacque nella mia vita e da lì ho capito che la mia strada e passione era quella di “essere ponte” fra le persone e che avrei lavorato nella Cooperazione allo Sviluppo, ma in Italia per seminare consapevolezza e impegno sociale.
Ma come si fa? Come si creano legami fra persone sconosciute?
Non ne avevo ancora idea, ma l’Universo pare ti mandi sempre quello di cui hai bisogno.. E’ così che partecipo al mio primo Campo di EducAzione alla Pace della Croce Rossa Italiana (di cui ero volontaria) e mi si apre un mondo. Da lì, con diversi percorsi, sono diventata Facilitatrice di EducAzione alla Pace e di gruppi, imparando a creare spazi di incontro alla pari in cui confrontarsi, ma anche individuare come agire in maniera concreta per produrre il cambiamento che voglio.
E poi?
All’epoca avevo 25 anni e ho cominciato a lavorare in ONG (Organizzazioni Non Governative) italiane prima a Padova e poi a Roma, viaggiando tra Italia e Argentina e tra Italia e Africa, sempre con la “missione” di unire, conoscersi, costruire insieme.
Ero felice.
E poi?
Poi sono passati gli anni e il mondo attorno a me è cambiato, come lo sono io. Mi sono sposata con un sardo a Roma, sono diventata madre per la prima volta e poi per la seconda. Ogni gravidanza e ogni figlio sono stati un vortice che mi ha profondamente trasformato e reso più ricca.
La mia vita professionale, a quel punto, non era più in sintonia con quella personale e mi era chiaro che non volevo vivere così.
E allora?
Come altre volte, sapevo la direzione, ma non sapevo ancora come arrivarci. Ecco qui che di nuovo, quando sei aperto, puoi cogliere i suggerimenti dell’Universo e così è stato anche stavolta: tutti e 4, con i nani di 4 e 1 anno, in volo verso Lima per 2 anni per lavoro di mio marito e in aspettativa dal mio.
Lima
Lima per me è stato tante cose, ma sicuramente una delle più intense è stato l’incontro con il Coaching Ontologico di Julio Olalla. E’ stato imparare ad osservare me e il mondo con occhi nuovi, ritrovare il coraggio di parlare di sogni e dei miei sogni per il mondo, sentire viva la passione per la vita e sperimentare una volta di più la potenza degli spazi “sacri”, in cui persone diverse riescono a condividere pezzi di sè e crescere insieme.
Lima è stato, poi, scoprire di essere incinta di 2 gemelli e che sarei diventata di colpo madre di 4 figli, di cui il più grande di 6 anni. Avevo 39 anni e la mia vita era dentro un frullatore, una palestra incredibile di trasformazione personale.
E…?
A questo punto, sempre l’Universo ci ha messo lo zampino e magicamente siamo stati ritrasferiti a Roma in tempo per poter partorire in Italia, vicino alla mia famiglia e, dopo pochi mesi, entrare nella più estesa pandemia degli ultimi tempi.
Non era forse il momento ideale per lasciare il lavoro di sempre e diventare freelance?
E non valeva la pena di farlo mettendomi al servizio delle mamme?
Sii autentica
Riconosci la ricchezza nella diversità
Persevera
Mangia cose buone
Fatti domande più grandi di te
Gioca
Prova sentieri nuovi
Poni limiti, quando serve
Circondati di colori
Ridi
Coccolati
Regala la tua luce al mondo
Amati e ama
Scrivi
Viaggia
Sii sostenibile
Onora il Divino che è in te
Costruisci ponti
Perditi nella Natura
Sii gentile
Balla con la Vita
Sii curiosa
Assapora il presente
Pratica la gratitudine
Crea comunità e spazi sacri
Impara dai tuoi figli
Sii determinata
Leggi poesie
Abbraccia le tue luci e le tue ombre
Sogna in grande e fai un passo alla volta
Un percorso con me è come fermarti sotto un baobab durante il tuo viaggio di madre e orientare la bussola prima di rimetterti in cammino.
Ti aspetto lì, da sola o con altre donne come te, e ci sediamo insieme con un the a parlare del tuo viaggio e dell’ostacolo che stai incontrando, ricalibriamo il percorso e troviamo cosa ti serve per ripartire e sentirti bene.
Che mi succede di fronte a questo ostacolo? E’ comparso sulla strada maestra o stavo facendo una deviazione? Ho l’abbigliamento adatto per superarlo? Mi sto godendo il paesaggio mentre cammino? Il mio zaino è troppo pesante? Ho provviste sufficienti?
SE HAI VOGLIA DI FERMARTI SOTTO AL BAOBAB CON ME, SCOPRI I PERCORSI CHE HO PENSATO PER TE!