Hai sempre amato il Natale e il suo spirito luccicante, ma quest’anno con il tuo nano under1 il solo pensiero di cene, parenti, confusione ti mette terrore? Questo è il post che fa per te!
Io ho 4 figli (di cui i gemelli piccoli hanno appena 2 anni) e questa sensazione la conosco bene.
Soprattutto con la nascita del mio primo figlio (di novembre), invece di essere rapita, come prima, dalle luci, dagli addobbi, dall’atmosfera magica del Natale...provavo solo un gran terrore.
Ero stanca per i nuovi ritmi, il poco sonno, la routine sconvolta e l’idea di cenoni, di orari ancora più sballati e di confusione in casa mi destabilizzava. In più, ero triste e frustrata per non riuscire a vivere la bellezza del Natale. Sono stata tendenzialmente tesa per tutte le feste, a tratti sentendomi la “vittima incompresa” (Come non si rendono conto dei ritmi di un neonato? O che si irrita se tutti lo vogliono prendere in braccio? O che non è “mammone” se è attaccato al seno ogni ora e non è “viziato” se, soprattutto con la confusione, vuole stare in braccio?). Inutile dire che a fine feste ero esausta e mio figlio pieno di coliche.
Con il passare dei figli, però, le cose sono cambiate. O meglio, io sono cambiata.
Ho cominciato a farmi delle domande e le risposte mi hanno guidato a trovare la mia soluzione e a ritrovare quella bellezza del Natale che mi mancava.
Prima di darti le domande che mi hanno permesso di sopravvivere (e bene) alle feste fra bambini piccoli e parenti, alcune istruzioni per l’uso:
Et voilà, le domande:
Io mi sono resa conto che la mia paura profonda era che le mie esigenze, diverse rispetto agli altri anni e diverse da quelle degli altri, non venissero ascoltate. Allo stesso tempo, mi sono resa conto che pretendevo venissero ascoltate senza neanche esplicitarle in maniera chiara e che nel momento in cui invece lo facevo, le persone intorno a me erano disposte ad ascoltarmi.
Il primo passo, quindi, è stato dire a me stessa ciò di cui avevo bisogno (delegare ad altri la cucina e il riassettare, potermi isolare con il piccolo ogni volta che lo sentissi necessario, poter mangiare con il cucciolo in fascia stando insieme a tutti, ma con lui “al sicuro”, ecc..) e poi chiedere aiuto agli altri per poterlo fare.
Il risultato è stato sorprendente!
PRIMA | DOPO |
Linguaggio: “Nessuno mi capisce o mi aiuta!” | Linguaggio: “Per sentirmi in pace, ho bisogno di ascoltarmi ed essere ascoltata” |
Emozioni: Frustrazione, Rabbia, Vittimismo | Emozioni: Serenità (per aver messo a fuoco il nodo) |
Corpo: Tensione diffusa | Corpo: tendenzialmente rilassato, con quel pizzico di tensione che mi permette stare dritta, con le spalle aperte |
Azione: Guardo con ostilità gli altri e li accuso/rimprovero | Azione: Mi predispongo al dialogo e utilizzo una comunicazione precisa per chiedere aiuto (non dico: “Ho bisogno di aiuto”, ma dico: “Ho bisogno che qualcuno prepari il pranzo di oggi entro le 12.30. Potete farlo voi, Tizia e Caio?”) |
Cosa creo attorno a me: atmosfera tesa, in cui ognuno è arroccato a difendere la proprio posizione | Cosa creo attorno a me: atmosfera di scambio e collaborazione (a prescindere che Tizia e Caio accettino la mia richiesta, il dialogo è orientato a trovare una soluzione e se alla fine il pranzo di oggi lo prepareranno Sempronio e Tito entro le 12.15 il “cuore” del mio bisogno sarà stato ascoltato e rispettato) |
Le domande e la tabella le potete scaricare qui e compilarle prima e durante le feste o anche ogni volta che vi sembri utile farlo...non passano mai di moda!
Spero che questo post vi sia stato utile e vi auguro di cuore delle Serenissime, Felicissime e Luccichissime Feste..
Soy Ilaria, tengo 4 hijos y soy Partera de Madres. En la vida, acompaño a las mujeres a vivir los desafíos de ser madre de manera plena, integrada y comunitaria.